Una ventina di associazioni del settore cinematografico e audiovisivo hanno lanciato un allarme riguardo alla crisi che sta colpendo l’industria, evidenziando l’assenza di regolamenti sul tax credit e le conseguenze negative per il cinema indipendente. Le dichiarazioni sono arrivate in un contesto di crescente preoccupazione, mentre la sottosegretaria Lucia Borgonzoni ha promesso l’arrivo di correttivi necessari. La situazione, però, ha anche sollevato tensioni sul piano politico.
“Da un anno, il settore del cinema e dell’audiovisivo vive in uno stato di incertezza. Questo lavoro sostiene intere famiglie, eppure oltre il 70% delle maestranze, attori e autori, è attualmente senza occupazione, molti da più di un anno, e la maggior parte non ha prospettive di lavoro”, hanno dichiarato con preoccupazione le associazioni, tra cui ANAC, 100 Autori e Air3. Queste organizzazioni hanno esortato il governo a “intervenire rapidamente” per approvare i decreti correttivi relativi al tax credit e per fornire la documentazione richiesta dai giudici del Tar del Lazio.
“Ogni giorno di attesa significa un ulteriore pezzo del settore che svanisce”, hanno proseguito. “Non possiamo permetterci di attendere oltre: il settore necessita di risposte concrete e tempestive per evitare un collasso definitivo”.
Le associazioni che hanno sottoscritto la petizione includono 100 Autori, AIC (Autori Italiani della Cinematografia), Air3 (Associazione Italiana Registi), Aitr (Associazione Italiana Tecnici di Ripresa), Aits (Associazione Italiana Tecnici del Suono), ANAC, Apai (Associazione del Personale di Produzione Audiovisivo), Apci (Associazione Pittori Cinematografici Italiani), Cacao (Comparto Audiovisivo e Cinema Auto Organizzato Puglia), CCS (Collettivo Chiaro Scuro), Doc.it (Associazione Documentaristi Italiani), Emic (Associazione Elettricisti e Macchinisti Italiani), RCAS (Rete Cine-Audiovisivo Sicilia), RCP (Rete Cinema Piemonte), RCS (Rete Cinema Sociale), Mujeres nel Cinema (Associazione di donne nel cinema e nell’industria dell’audiovisivo), #Satdc (comitato #Siamoaititolidicoda), UECI (Unione Esercenti Cinematografici Italiani) e WGI (Writers Guild Italia).
Le associazioni hanno messo in evidenza che le nuove norme sul tax credit e sui finanziamenti selettivi hanno interrotto bruscamente l’evoluzione del settore, rendendo difficile l’accesso per la maggior parte delle piccole e medie produzioni. “Il cinema indipendente è a rischio estinzione, essendo la fonte da cui emergono nuovi autori che contribuiscono alla cultura del nostro Paese e che fungono da ispirazione per il resto del mondo”, hanno avvertito.
La crisi occupazionale si è rapidamente trasformata in una crisi culturale. Le associazioni hanno chiesto al governo e alle istituzioni di dare priorità alle necessità del settore cinematografico e audiovisivo, richiedendo l’emissione urgente dei decreti correttivi e della documentazione richiesta dal Tar del Lazio, affinché ci siano regole chiare e stabili che permettano a tutti i soggetti coinvolti di operare in condizioni di certezza.
Anche il Partito Democratico ha manifestato preoccupazione per la situazione, portando la questione su un piano politico. “Il cinema è malato, ma il governo ha deciso di ucciderlo”, ha dichiarato Sandro Ruotolo, responsabile Cultura del PD. “Questa è la politica culturale della destra: il tanto atteso decreto correttivo della riforma del tax credit non arriva e il 70% delle piccole e medie imprese del settore è fermo. Le associazioni ANAC, 100 Autori e Air3 hanno ragione a chiedere l’approvazione dei decreti. Il governo deve agire rapidamente, perché dietro le star che sfilano ai festival ci sono lavoratori in difficoltà e produzioni ferme”.
Lucia Borgonzoni, Sottosegretaria di Stato alla Cultura, ha risposto alle critiche affermando che le produzioni attive in Italia sono attualmente 37, come riportato sul sito Italy for Movies. Ha aggiunto che l’udienza presso il Tar è stata spostata a maggio e che a breve verrà pubblicato l’ultimo correttivo. “Le produzioni ci sono”, ha affermato, sottolineando che le critiche del PD e del Movimento 5 Stelle danneggiano l’immagine del settore.
Chiara Sbarigia, presidente dell’APA, ha commentato la situazione durante la presentazione del Global Series Festival. “I set sono aperti e ci sono 38 produzioni attive. È importante abbassare il livello di allerta e lavorare per sburocratizzare il tax credit. Abbiamo seguito l’iter di riforma e speriamo che si proceda in questa direzione. Tuttavia, il problema sembra riguardare principalmente le produzioni più piccole, non l’intero settore audiovisivo”.