Nella notte del 22 marzo 2025, Istanbul è stata teatro di una terza ondata di manifestazioni in risposta all’arresto del sindaco della città, Ekrem İmamoğlu. L’arresto del sindaco, avvenuto nei giorni precedenti, ha suscitato un forte malcontento tra i cittadini, che si sono riversati nelle strade per esprimere il loro dissenso. İmamoğlu, esponente del Partito Repubblicano del Popolo (CHP), è atteso oggi in tribunale per l’udienza preliminare, un evento che potrebbe avere ripercussioni significative sulla scena politica turca.
Le manifestazioni hanno visto la partecipazione di migliaia di persone, le quali hanno chiesto la liberazione di İmamoğlu e hanno denunciato quello che considerano un abuso di potere da parte del governo del presidente Recep Tayyip Erdoğan. La tensione è palpabile, con le forze di polizia schierate per mantenere l’ordine mentre i manifestanti si radunano in diverse zone della città. La situazione si è intensificata con il passare delle ore, portando a scontri sporadici tra i manifestanti e le forze dell’ordine.
Il presidente Erdoğan ha risposto alle manifestazioni con dichiarazioni che evidenziano la sua determinazione a mantenere il controllo sulla situazione. La sua amministrazione ha accusato İmamoğlu di corruzione e ha giustificato l’arresto come una misura necessaria per la legge e l’ordine. Tuttavia, molti cittadini e osservatori internazionali vedono l’arresto come una mossa politica per silenziare l’opposizione, specialmente in vista delle primarie del CHP previste per domenica 23 marzo.
L’attenzione è ora rivolta al tribunale di Istanbul, dove İmamoğlu dovrà difendersi dalle accuse. La sua situazione è diventata un simbolo della lotta per la democrazia in Turchia e la sua eventuale condanna potrebbe avere conseguenze durature sulla stabilità politica del paese. La mobilitazione popolare, che continua a crescere, dimostra la crescente frustrazione dei cittadini nei confronti del governo e la richiesta di un cambiamento significativo nella governance turca.