Si intensifica la mobilitazione in difesa delle sale cinematografiche di Roma, minacciate da una nuova normativa regionale. L’appello, lanciato da importanti cineasti come Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Jane Campion, Wes Anderson e Ari Aster, ha già raccolto numerose adesioni, tra cui quelle di figure di spicco come Fanny Ardant e Léa Seydoux.
Il 23 febbraio 2025, Roma è al centro di un’iniziativa che ha attirato l’attenzione di registi e artisti da tutto il mondo. Scorsese e i suoi colleghi hanno rivolto un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alla premier Giorgia Meloni, chiedendo un intervento per salvaguardare le sale cinematografiche romane. La nuova legge della Regione Lazio, che facilita il cambio di destinazione d’uso dei cinema, ha suscitato preoccupazioni diffuse. La mobilitazione è sostenuta dalla Fondazione Piccolo America, che ha un ruolo attivo nel coordinamento delle firme.
L’elenco dei firmatari si arricchisce continuamente, con nomi illustri come Alfonso Cuarón, Willem Dafoe, John Landis, Isabella Rossellini e molti altri. La questione è diventata di rilevanza internazionale, con la stampa che riporta costantemente gli sviluppi di questa iniziativa. La richiesta dei cineasti è chiara: non permettere che spazi culturali storici vengano trasformati in centri commerciali o altre strutture commerciali.
I registi hanno espresso il loro timore che la riconversione di questi spazi rappresenti una “perdita irreparabile” per la città. Scorsese e i suoi colleghi hanno sottolineato che tali trasformazioni non solo danneggerebbero la storia cinematografica di Roma, ma comprometterebbero anche il patrimonio culturale che deve essere preservato per le generazioni future. La loro posizione è sostenuta da un crescente numero di attori, produttori e sceneggiatori italiani, che da settimane stanno lanciando l’allerta su questa problematica.
La legge attuale, che consente una maggiore facilità nel cambiare la destinazione d’uso dei cinema, è vista come un pericolo per la vitalità culturale della capitale. La mobilitazione ha già attirato l’attenzione di molti media, che hanno riportato le parole dei cineasti, evidenziando l’importanza di mantenere vive le sale cinematografiche come luoghi di incontro e di cultura.
L’iniziativa dei cineasti rappresenta un appello forte e chiaro: la cultura non deve essere sacrificata sull’altare del profitto commerciale. La speranza è che le autorità competenti ascoltino queste voci e prendano decisioni in grado di proteggere il patrimonio culturale di Roma, una delle città più iconiche al mondo per il suo legame con il cinema e le arti.