
Nel panorama cinematografico contemporaneo, l’analisi delle disuguaglianze sociali continua a rappresentare un tema centrale, come dimostra il nuovo film di Bong Joon-ho, “Mickey 17”. Il regista sudcoreano, noto per opere come “Parasite”, affronta nuovamente il tema della disparità tra classi, ma questa volta lo fa con un approccio fantascientifico che spinge lo spettatore a riflettere su questioni di attualità. La pellicola, che vede come protagonista Robert Pattinson, si distingue per la sua narrazione audace e provocatoria.
mickey 17
La regia di Bong Joon-ho si fa notare per la sua capacità di mescolare generi e stili, creando un’opera che sfida le convenzioni. Il cast di “Mickey 17” include nomi di spicco come Mark Ruffalo, Naomi Ackie e Toni Collette, e la durata del film è di 139 minuti. Ambientato su un pianeta inospitale chiamato Niflheim, la storia segue le vicende di Mickey Barnes, un uomo in fuga da un potente strozzino. La sua scelta di diventare un “sacrificabile” per una missione di colonizzazione lo porta a morire e rinascere continuamente, fino a quando non si trova a dover affrontare la sua stessa duplicazione.
Il film esplora la vita di Mickey, che viene rigenerato attraverso un processo innovativo di stampa 3D, dove i suoi ricordi vengono trasferiti nel nuovo corpo. Tuttavia, la scoperta che il suo clone non può coesistere con lui genera una serie di eventi drammatici. Bong Joon-ho utilizza questa premessa fantascientifica per riflettere su una società dominata da tecno-dittatori, un tema che risuona con le attualità contemporanee e le dinamiche di potere.
L’approccio grottesco e ironico del regista offre una critica alla società moderna, dove il cibo e le risorse diventano simboli di controllo e sfruttamento. La performance di Robert Pattinson nel doppio ruolo di Mickey è particolarmente notevole, portando sullo schermo un personaggio che oscilla tra l’ingenuità e il cinismo. Nonostante i momenti di brillantezza, il film si perde in alcune divagazioni narrative, rendendo la visione a tratti confusa.
l’orto americano
Il film “L’orto americano”, diretto da Pupi Avati, ha chiuso la Mostra del Cinema di Venezia del 2025, presentandosi come un racconto gotico che riporta alla mente le atmosfere dei thriller horror classici. Con un cast che include Filippo Scotti, Roberto De Francesco, Armando De Ceccon, Chiara Caselli e Rita Tushingham, il film ha una durata di 107 minuti.
Ambientato a Bologna durante la Liberazione, la trama segue un giovane aspirante scrittore che si innamora di una giovane infermiera americana. La storia si sviluppa attraverso il racconto di un amore impossibile, intriso di mistero e tensione. L’anziana madre dell’infermiera, in preda al dolore per la scomparsa della figlia, diventa un elemento centrale nella narrazione, mentre il protagonista si ritrova coinvolto in una serie di eventi inquietanti che lo portano a indagare su un serial killer.
La ricostruzione storica e l’ambientazione nostalgica, accentuata da un uso sapiente del bianco e nero, contribuiscono a creare un’atmosfera avvolgente. Avati riesce a mescolare elementi di horror e amarcord, mantenendo viva l’attenzione dello spettatore con indizi e false piste che arricchiscono la trama. Nonostante alcune difficoltà narrative, il film riesce a trasmettere i temi cari al regista, come l’attesa e la speranza in un amore che potrebbe non avverarsi mai.
anora
Il film “Anora”, diretto da Sean Baker, ha fatto il suo ingresso nelle sale dopo il trionfo agli Oscar del 3 marzo 2025. Uscito inizialmente nel novembre precedente, ha faticato a trovare il suo pubblico, ma ora punta a conquistare il botteghino con la sua narrazione tragicomica. Con un cast che include Mikey Madison, Mark Eydelshteyn, Yuriy Borisov e Karren Karagulian, il film ha una durata di 94 minuti.
La storia ruota attorno a Mikey, una spogliarellista che, per arrotondare, offre anche prestazioni sessuali a Vanya, un giovane russo figlio di un oligarca. La loro relazione si sviluppa tra momenti di passione e conflitti familiari, culminando in un matrimonio improvvisato a Las Vegas. Tuttavia, i genitori di Vanya non vedono di buon occhio questa unione e inviano una squadra per riportarlo a casa.
Sean Baker, noto per il suo approccio indipendente, riesce a mescolare elementi di commedia e dramma, creando una pellicola che intrattiene e fa riflettere. La scrittura è ricca di colpi di scena e la recitazione dei protagonisti è convincente, rendendo “Anora” un film che, pur affrontando temi complessi, riesce a mantenere un tono leggero e divertente. La conclusione del film, tuttavia, non è scontata e lascia lo spettatore con una riflessione sulla fragilità dei sogni e delle relazioni.