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Il dibattito sulle **sale cinematografiche** chiuse da tempo continua a infiammare gli animi degli operatori del settore e delle istituzioni. Gli interlocutori, infatti, si trovano ancora lontani su alcune questioni fondamentali, in particolare sui termini di **vincolo** e sulle modalità di **riconversione**. Mentre gli operatori chiedono un periodo di vincolo di **20 anni** prima di autorizzare qualsiasi trasformazione, la **Regione Lazio** propone un termine ridotto a **10 anni**.
Il 19 febbraio 2025, si è svolto il secondo incontro tra il presidente della **Regione Lazio**, Francesco Rocca, e i rappresentanti del settore cinematografico. L’incontro ha prodotto un primo risultato significativo: la volontà di salvaguardare le sale ancora attive. I partecipanti hanno trovato un accordo sulla necessità di tutelare queste strutture, impedendo il cambio di destinazione d’uso. Si sta considerando l’idea di escludere questa fattispecie dalla normativa sulla **semplificazione urbanistica** attualmente in discussione presso la **Regione**, per elaborare un provvedimento specifico.
Le divergenze sui tempi e le quote di compensazione
La situazione si complica per i cinema in disuso, dove le posizioni rimangono distanti. Fino a ieri, i rappresentanti di **Anica** e **Anec** hanno espresso la necessità di un vincolo di **20 anni** prima di autorizzare qualsiasi trasformazione. Tuttavia, questa richiesta appare poco realistica agli esponenti politici, considerando la crisi che ha colpito il settore durante la **pandemia** e l’emergere delle **piattaforme di streaming**. La **Regione**, infatti, non sembra intenzionata a modificare la bozza proposta dalla giunta, fissando il termine a **10 anni**.
Le proposte riguardanti la premialità e gli incentivi per chi intende mantenere la funzione originaria delle **sale cinematografiche** sono altrettanto divergenti. Gli operatori del settore chiedono fino al 40% di cubature in più, mentre la **Regione** propone percentuali di compensazione basate sulla quota di utilizzo cinematografico che l’operatore intende mantenere. Queste differenze di opinione complicano ulteriormente il dialogo tra le parti coinvolte.
L’apertura del Comune sugli spazi da recuperare
Gli esercenti hanno accolto con favore l’apertura dell’assessore alla **Cultura** di **Roma**, Massimiliano Smeriglio, che ha manifestato la disponibilità a collaborare con le associazioni di categoria, coinvolgendo anche attori e registi, per il recupero degli spazi comunali dismessi. Le sale **Airone**, **Apollo**, **Rialto** e **Stardust** sono al centro di un progetto che prevede un modello di partenariato pubblico-privato. Il presidente Rocca ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di raggiungere un accordo, affermando che sono stati trovati punti di convergenza su quasi tutte le questioni in discussione.
Adriano e Atlantic rimarranno ad uso cinema
Per quanto riguarda i nove cinema dell’ex gruppo Ferrero, di cui sette sono attualmente chiusi, fonti del fondo olandese che li ha acquisiti all’asta per **42 milioni di euro** hanno rivelato che è previsto un piano di investimento significativo per ristrutturare i due cinema ancora operativi, l’Adriano e l’Atlantic. Queste sale rimarranno adibite a **cinema** e non verranno trasformate in **centri commerciali** o **sale bingo**.
Le sale abbandonate, invece, necessitano di una valutazione più approfondita per garantire la loro **sostenibilità economica**. La strategia prevede un dialogo attivo con le amministrazioni regionale e comunale, in attesa di una definizione finale della normativa. Le potenziali alternative per le sale chiuse potrebbero includere **librerie**, **negozi di articoli sportivi**, **rivenditori di giocattoli** e altre attività commerciali. Non si esclude, infine, che gli spazi situati in aree strategiche possano essere convertiti in contenitori polifunzionali, capaci di coniugare **cultura** e **intrattenimento**.