Cinema a Roma: alcuni spazi chiusi potrebbero continuare a proiettare film

Mercoledì 27 febbraio 2025, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha annunciato una significativa modifica alla proposta di legge riguardante i cinema chiusi a Roma, in risposta a settimane di proteste da parte di attori, registi e operatori del settore. La modifica arriva dopo un intenso dibattito e numerosi incontri tra le parti interessate, evidenziando l’importanza di preservare il patrimonio cinematografico della capitale.

Modifica alla proposta di legge sui cinema chiusi

La proposta iniziale, che prevedeva la possibilità di trasformare i cinema chiusi o dismessi entro il 31 dicembre 2023 in attività commerciali come ristoranti o negozi, ha sollevato un acceso dibattito. Francesco Rocca ha comunicato che ora la riconversione sarà consentita esclusivamente per quelle sale cinematografiche che sono rimaste chiuse per oltre dieci anni. Questa decisione mira a tutelare i cinema storici della città, che non potranno essere trasformati in altre attività se chiusi da meno di un decennio.

Tra i cinema storici che rientrano in questa nuova normativa ci sono il Stardust, l’Avorio, l’Europa, l’Admiral, il King, il Palazzo, il Roxy, l’Apollo 11, il Trevi, il Galaxy, il Maestoso, il Reale, il Royal, l’Ambassade e il Cinestar Cassia. Rocca ha sottolineato che chi intende investire per riaprire queste sale riceverà vantaggi specifici, mentre per gli altri cinema chiusi da più di dieci anni si applicheranno le normative urbanistiche ordinarie, consentendo la riconversione in base al piano regolatore del comune di Roma.

Le proteste degli artisti e le loro richieste

La questione dei cinema chiusi ha attirato l’attenzione di numerosi attori e registi di fama, che hanno espresso il loro dissenso nei confronti della proposta iniziale. Celebrità del calibro di Carlo Verdone, Paola Cortellesi, Pierfrancesco Favino, Paolo Sorrentino e Marco Bellocchio hanno firmato una lettera aperta in cui affermavano che le sale cinematografiche rappresentano un “presidio culturale” fondamentale per Roma e per la storia del cinema italiano. Questi artisti hanno manifestato la loro disponibilità ad acquistare le sale chiuse per preservare la loro funzione culturale.

In aggiunta, cinque registi di livello internazionale, tra cui Martin Scorsese, Jane Campion, Francis Ford Coppola, Wes Anderson e Ari Aster, hanno sostenuto questa causa con una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Nel documento, i registi hanno invitato i colleghi di tutto il mondo a unirsi per salvaguardare l’importanza culturale di Roma.

Il percorso verso la modifica della legge

Fin dall’inizio, Francesco Rocca ha dimostrato la volontà di dialogare con gli artisti e gli operatori del settore per trovare una soluzione condivisa. Negli ultimi mesi, si sono svolti diversi incontri tra il presidente e i rappresentanti del mondo del cinema, che hanno contribuito a plasmare la modifica della legge. La proposta originaria era stata presentata dall’assessore all’Urbanistica, Pasquale Ciacciarelli, e approvata dalla giunta regionale nell’agosto 2024, con l’obiettivo di affrontare il problema dell’abbandono delle sale cinematografiche, che spesso diventano luoghi di occupazioni abusive e degrado.

Rocca non ha fornito dettagli sui tempi di approvazione della legge modificata, ma ha assicurato che il processo sarà rapido. L’attenzione sulla questione dei cinema chiusi continua a crescere, riflettendo l’importanza di mantenere vivi luoghi storici e culturali nel panorama romano.

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Gianni Losaco