Ogni cuore ha una propria storia
Ci sono piccoli frammenti di magie, nascosti nella parte più recondita del mondo. Sono frammenti formati da batteri, minuscoli e infrangibili batteri, che conservano poteri della stessa grandezza dell’universo. Sono nascosti, appunto.
Nascosti, in un luogo di cui nessuno conosce l’entità, nemmeno l’origine. Nessuno, tranne chi ci crede davvero. Ci sono persone nel mondo – poche persone, in realtà – la cui unica missione è proprio cercare questi frammenti di magie e trasformarli nell’universo che si specchia con la sua necessità di avere un potere che possa trasformare, o anche solo migliorare vite.
E’ questo ciò che mi è rimasto dopo la lettura di “La voce nascosta delle pietre” (Garzanti Editore) dell’autrice Chiara Parenti. Un romanzo quasi surreale, questo. Un romanzo impregnato di magia, appunto. Ma non una magia qualsiasi, una magia che proviene dal potere delle pietre: piccoli frammenti nascosti nella parte più recondita del mondo e portati alla luce attraverso l’amore. L’amore tra Luna – la protagonista – e Giulio, in questo caso; ma anche l’amore di un nonno – personaggio importante del libro – che si presenta come un angelo custode, in grado di trasmettere un innato bisogno di protezione. Le pietre rappresentano un elemento fondamentale, capaci di influenzare il lettore a credere nella magia, appunto. Ma soprattutto, a credere in quella necessità di credere in qualcosa, per essere sempre e spesso un po’ salvati. Per salvarsi, anche. Chiara Parenti utilizza la metafora delle pietre per portare il lettore a sperare, a restare quella persona che è sempre stata, ad avere sempre con sé una parte del proprio cuore. I colori saranno diversi, come diverse saranno le emozioni: ogni cuore ha una propria storia. E ogni storia saprà essere raccontata in un modo fantasioso, nello stesso modo in cui nonno Pietro scrive sul suo quaderno il significato di ogni pietra e le emozioni che essa è in grado di donare. Il romanzo di Parenti è dotato di una grande empatia con il lettore: la capacità, appunto, di entrare nella sua esistenza e di portarlo a credere in qualcosa di assolutamente diverso dalla quotidianità, ma che potrà trasformare la propria vita in una storia straordinaria. Basta crederci un po’ di più…
Lascio la parola a Chiara Parenti, con l’augurio più grande di proseguire in questo suo meraviglioso percorso.
D: Come nasce l’idea per “La voce nascosta delle pietre”?
R: L’idea è nata per caso, oppure sono state le pietre a chiamarmi, non si sa. Fatto sta che nel giugno del 2015 persi un anellino con una pietra di zaffiro a cui ero molto affezionata perché me lo aveva regalato mio marito. Qualche tempo dopo, mi venne in mente di cercare su internet “anello di zaffiro” pensando di prenderne un altro. Il primo risultato che trovai però fu la descrizione delle proprietà di questa pietra, che è la pietra della saggezza ma anche simbolo di amore e fedeltà. Ne restai talmente affascinata che sospesi le mie ricerche per mettermi a leggere anche i significati delle altre pietre. Uno, in particolare, mi colpì: quello della pietra di luna, la pietra femminile per eccellenza, legata alla fertilità. Lessi che dovrebbe essere indossata dalle donne che desiderano avere un figlio e durante la gravidanza, per protezione. In quello specifico momento della mia vita il significato di quella pietra che trae il suo potere dalla luna mi restò particolarmente impresso. Qualche giorno dopo partii con mio marito per un viaggio in Malesia e lì, in un centro commerciale di Kuala Lumpur, trovai un negozietto carino di pietre e cristalli: il profumo di incenso e le luci soffuse gli
regalavano un’atmosfera davvero suggestiva… quasi magica. Così comprai un anellino con la pietra di luna e pensai: “Provare non costa niente…”. Quando, una volta tornata a casa, scoprii di essere incinta, non riuscivo proprio a crederci. Da questa esperienza personale, iniziai a scrivere la storia di una ragazza che aveva un negozio di pietre (come quello che avevo visto in Malesia) e che conosceva uno a uno i significati di gemme e cristalli e gli straordinari effetti che possono avere sulle persone. Ho impiegato nove mesi a scrivere questa storia, gli stessi nove mesi che ha impiegato il mio piccolo Diego a crescere dentro di me. Sono nati quasi insieme, per questo il libro per me è particolarmente importante.
D: Che legami hai con le pietre, elemento cardine del tuo romanzo?
R: Dal giorno in cui l’ho acquistato, non mi sono più tolta dal dito quell’anellino con la pietra di luna che mi ha accompagnato per tutta la gravidanza. Inoltre ho molte altre pietre oggi, che indosso o tengo vicino a seconda delle necessità: quarzi per protezione oppure granati per avere forza.
D: Come definiresti il rapporto tra Luna e il nonno Pietro?
R: È un legame indissolubile il loro, come quello tra un padre e una figlia. Pietro l’ha vista crescere e ha saputo trasmetterle l’amore per quelle gemme che hanno segnato il suo cammino e, insieme a loro, insegnamenti profondi sulla vita e sull’amore, spronandola a inseguire i suoi sogni.
D: “Dal quaderno di nonno Pietro” descrivi minuziosamente sessanta tipi di pietre, analizzando le loro caratteristiche e le sensazioni che sono in grado di trasmettere. C’è una in particolare, o più di una, a cui ti senti di appartenere?
R: Oltre la pietra di luna, per la storia che mi lega a lei, mi sento particolarmente affine all’avventurina, la pietra dell’ispirazione, che aiuta a trasformare i sogni in realtà. Sono una sognatrice ma anche una persona abbastanza pratica, che cerca di concentrare le forze e utilizzarle con entusiasmo per realizzare i propri obiettivi.
D: Durante la lettura delle tue pagine, si scorge la sensazione della magia che governa le nostre vite. Secondo te, dove possiamo trovarla la forza di credere ancora nelle “pietre” e quindi nella magia?
R: Esatto, il romanzo è pervaso di un sottile realismo magico: credo che con i nostri cinque, limitatissimi sensi, noi vediamo solo la punta dell’iceberg di una realtà molto più complessa e affascinante, in cui siamo immersi senza nemmeno rendercene conto. Forse dovremmo fare come con le pietre: chiudere gli occhi, mettere a tacere il baccano della nostra mente, e ascoltare solo ciò che il cuore ci dice. Alla fine lui è il solo che non sbaglia mai e che ci dà la forza per affrontare le difficoltà.
D: Giulio viene descritto come un ragazzo dolce e protettivo, una figura quasi inusuale. Da dove hai attinto ispirazione per la descrizione di questo personaggio?
R: Dal quarzo rosa, la pietra che lo rappresenta. In quanto pietra dolce, gentile, calmante, conosciuta anche come «pietra del sollievo». Chi ha subito una separazione affettiva dovrebbe indossarla in un ciondolo all’altezza del cuore, per ricevere conforto e calore. Ecco, il mio Giulio incarna perfettamente le caratteristiche peculiari di questa bellissima pietra.
D: Secondo te, quali sono i poteri magici che l’Amore è in grado di trasmetterci?
R: Come dice nonno Pietro, «La vita con le sue difficoltà trasforma le persone. Come diamanti grezzi, ci taglia, ci smussa, ci lucida. Ma è solo l’amore che ci fa brillare.» Ecco, l’amore è in grado di farci brillare. È quell’unica persona che ha voglia di avvicinarsi, di guardarci davvero e con pazienza, e che sappia metterci sotto la giusta luce dove possiamo mostrare il nostro lato migliore. E risplendere.
D: C’è una scena particolare che ti ha emozionato maggiormente scrivere?
R: Sì, ce ne sono diverse a dire il vero, specie nella parte finale del romanzo però non posso dire quali perché farei spoiler. Per una in particolare ho attinto a un’esperienza personale, per cui scriverla è stato come riviverla e le lacrime non sono mancate…
D: Qual è il messaggio principale che vorresti esprimere al lettore?
R: È riassunto nelle parole di Luna. “Così penso alle pietre. Sono nate dalle viscere della terra, dallo scontro di energie potentissime. Hanno resistito a pressioni enormi, a temperature incredibili, a eruzioni vulcaniche, e dalla loro forza hanno tratto la vita. Dalle profondità più oscure sono risalite alla luce del sole e lì hanno resistito ancora. Alla violenza dell’acqua e allo sferzare del vento, all’impeto dei fiumi e alle vibrazioni della luna. Hanno resistito perché le pietre sono pazienti, incredibilmente tenaci. Anche il vero amore è così. Ha bisogno di forza, sacrificio, di una resistenza infinita. È un diamante che non ha paura del tempo che passa, delle tempeste, della furia degli elementi. L’amore resiste. Aspetta. E continua a vibrare per sempre.”
Ringraziamo Chiara Parenti per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.
Recensione e intervista a cura di Stefania Meneghella