Carlotta Natoli è una delle attrici più amate del panorama televisivo e cinematografico italiano. Grazie alla sua versatilità e semplicità, riesce infatti a creare ruoli diversi restando sempre sé stessa. L’abbiamo incontrata e ci ha parlato dei suoi nuovi progetti lavorativi, tra cui il Fabrique du Cinema Awards – che l’ha vista partecipare in veste di giudice – e il film Chiara, una pellicola profonda e significativa.
Com’è nato il tuo primo approccio alla recitazione? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
Mio papà faceva proprio questo lavoro, e io sono stata per la prima volta sul set quando avevo 7 anni. E’ stato un approccio di tipo artigianale, e per me tutto è iniziato chiaramente in famiglia. Pian piano ho partecipato ad altri film, e ho iniziato a fare dei seminari con gli americani. Il mio primo grande film è stato Le amiche del cuore di Michele Placido, con Claudia Pandolfi e Asia Argento. Lì è partita la mia carriera.
Ti stiamo vedendo quest’anno in veste di giurata durante i Fabrique du Cinema Awards, la cui premiazione si terrà oggi 19 dicembre. Cosa ti ha lasciato più di tutto questa esperienza?
Abbiamo visto quattro film di ottimo livello, e abbiamo dato un ex aequo a un uomo e una donna. Alcuni potrebbero non prenderlo bene, ma era giusto premiare entrambi per ragioni completamente diverse. Era difficile scegliere tra i due: le opere prime sono molto importanti, e sono la possibilità di un inizio. Volevamo quindi regalare ad entrambi i ragazzi un riconoscimento per il lavoro svolto: uno ha realizzato un film neorealista, e l’altro con un approccio più nordeuropeo. E’ stata inoltre per me un’esperienza breve ma intensa.
Cosa consiglieresti ai giovani che si stanno approcciando per la prima volta al mondo della recitazione?
E’ importante la fiducia in sé stessi e nella propria visione: avere fiducia è l’elemento più determinate e aiuta ad avere perseveranza in quello che si fa. Bisogna avere fiducia anche nelle relazione e nelle qualità degli interpreti: i giovani registi si dovranno approcciare a questo, e non è facile per un regista relazionarsi agli attori. Da attrice consiglio di non sottovalutare le relazioni con loro. Quando si procede a un film, si scopre sempre moltissimo e bisogna avere fiducia nella visione.
Uno dei tuoi ultimi progetti è stato Chiara, nel quale interpreti il personaggio di Cristiana. Com’è stato prendere parte a un lavoro così profondo e importante?
Sono molto contenta di aver partecipato a questo progetto. Susanna (la regista Susanna Nicchiarelli ndr) ha una visione molto lucida sulla sua ricerca, e ha fatto brillantemente questo trittico al femminile. Ci tengo molto al fatto che le donne vengano rispettate. Questo film mette infatti in evidenza la qualità della donna come neofemminista, con un’indagine approfondita e psicologica. E’ importantissimo da un punto di vista politico e quando questo si fonde a un aspetto artistico è veramente un’esperienza importante. La storia è ambientata nel Medioevo, ed è stato difficile interpretare e mettere in scena quel periodo. Abbiamo anche utilizzato il volgare, e ci siamo calati in una realtà che aveva una dinamica diversa da molti punti di vista. E’ un film che fonda le radici in un aspetto artistico, che è legato anche alle altre arti come la pittura. Si parla di una giovane ragazza con un grande coraggio, e di come all’epoca le donne abbiano sfidato le difficoltà e la morte pur di ottenere qualcosa di importante che ha a che vedere con la libertà.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Al momento siamo in piattaforma Paramount con il film 14 giorni di Ivan Cotroneo. E’ stato il primo film di apertura di Paramount Italia.