Un team di ricercatori ha sviluppato un sistema rivoluzionario, in grado di produrre carburante in modo pulito e illimitato.
L’idea di un innovativo sistema capace di produrre carburante, sfruttando principalmente la luce solare e le acque reflue, è nata per massimizzare l’utilizzo di tutte le risorse disponibili sulla superficie di Marte. Il settore spaziale, come sappiamo, produce annualmente una lunga serie di innovazioni scientifiche, le quali non migliorano esclusivamente la vita degli astronauti, ma anche quella di miliardi di esseri umani sulla Terra.
Tra le innovazioni più importanti sviluppate per le missioni spaziali, che in seguito sono arrivate nella nostra vita quotidiana, troviamo ad esempio i materassi e i cuscini in “memory foam”, i tessuti ad alte prestazioni, le batterie a lunga durata, i farmaci per l’osteoporosi, le protesi e gli impianti, i sistemi di purificazione dell’aria e tanti altri. Ora, un team di ricercatori ha sviluppato un sistema in grado di produrre carburante sfruttando le acque reflue.
Il carburante che produrremo su Marte
Contrariamente a quanto si possa pensare, Marte non è privo di risorse naturali: gli scienziati della NASA, con un risultato sorprendente, sono infatti riusciti a ricavare ossigeno direttamente dall’aria del pianeta. Nonostante l’atmosfera di Marte sia rarefatta e composta principalmente da anidride carbonica (95%), la NASA è comunque riuscita a estrarre ossigeno dalle molecole di CO2 grazie a MOXIE, uno strumento installato all’interno del rover Perseverance. Questo sorprendente esperimento, condotto in autonomia dal rover a circa 60-200 milioni di chilometri dalla Terra (a seconda della posizione dei due pianeti), permetterà quindi ai futuri astronauti marziani di ridurre i costi, poiché l’ossigeno verrebbe prodotto direttamente su Marte. Ricordiamoci che l’ossigeno, nel settore spaziale, non serve solamente a far respirare gli astronauti, ma anche ad alimentare i razzi.
Un altro sistema che ci permetterà di abbattere notevolmente i costi è quello sviluppato dai ricercatori del centro tecnologico Tekniker e dell’Universidad de Cantabria di Santander, in Spagna. Si tratta di un sistema che utilizza la luce solare per trasformare l’anidride carbonica e le acque reflue, prodotte dall’attività umana su Marte, in metano. Quest’ultimo, verrebbe poi utilizzato come carburante. I ricercatori mirano quindi a creare un reattore per la produzione di carburante direttamente sulla superficie marziana, utilizzando come ingredienti principali l’aria del pianeta (composta al 95% da anidride carbonica), la luce solare e le acque reflue degli astronauti, ovvero l’acqua proveniente dal lavandino del bagno o dalla doccia.
Qual è allora il segreto di questo innovativo sistema? Innanzitutto, il reattore “fotoelettrochimico” è in grado di scindere le molecole d’acqua in idrogeno e ossigeno. L’idrogeno, ricavato dall’acqua, si combina poi con l’anidride carbonica per creare metano. Il sistema fungerebbe anche da metodo di riciclaggio dei rifiuti, poiché riciclerebbe le acque reflue degli astronauti. Si tratta quindi di una tecnologia che potremmo utilizzare non solo nelle missioni su Marte, ma anche qui sulla Terra. Se desiderate approfondire questo progetto, chiamato HISRU project, vi consigliamo di leggere l’articolo pubblicato dall’ESA (cliccate QUI).