Il Bonus Mamma è un’importante misura di sostegno per le lavoratrici madri, e con l’introduzione della Legge di Bilancio 2025, si arricchisce di nuove opportunità.
Questa normativa estende l’agevolazione anche alle lavoratrici autonome con partita IVA, che finora erano rimaste escluse da tali benefici. Vediamo in dettaglio come funziona e come si può accedere a questo bonus.
L’iniziativa del governo mira a supportare economicamente le madri lavoratrici, sia dipendenti che autonome, riconoscendo un esonero parziale sui contributi previdenziali relativi a invalidità, vecchiaia e superstiti. Questo sgravio è pensato per alleggerire il carico fiscale delle madri, aiutandole a conciliare la vita lavorativa con quella familiare. Tuttavia, è importante sottolineare che lo sgravio non si applica ai rapporti di lavoro domestico, come colf e badanti.
A chi è rivolto il bonus mamma 2025
Il bonus è destinato alle madri con almeno due figli. Per le lavoratrici dipendenti, lo sgravio contributivo è applicabile fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. A partire dal 2027, per le madri con tre o più figli, il beneficio sarà esteso fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.
Per quanto riguarda le lavoratrici autonome, il bonus è accessibile a chi percepisce redditi da lavoro autonomo, redditi d’impresa in contabilità ordinaria o semplificata, o redditi da partecipazione. Sono però escluse le lavoratrici che operano in regime forfetario, per mantenere l’equità fiscale e per non sovraccaricare il sistema previdenziale.
Per poter beneficiare dello sgravio contributivo, il reddito imponibile ai fini previdenziali delle lavoratrici non deve superare i 40.000 euro annui. Questo limite è stato fissato per garantire che l’agevolazione venga erogata a chi ne ha realmente bisogno, sostenendo le famiglie a medio-basso reddito. È importante notare che lo sconto sui contributi non avrà conseguenze negative sul calcolo della pensione, mantenendo invariata l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
L’attuazione del bonus prevede l’adozione di un decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, in concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze. Questo decreto, che sarà emesso entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio, definirà le modalità di richiesta e di riconoscimento del bonus, nonché la misura dell’esonero.
Per accedere al bonus, le lavoratrici interessate dovranno seguire le procedure che verranno stabilite nel decreto attuativo. È consigliabile tenersi informati tramite i canali ufficiali e magari consultare un consulente del lavoro per ricevere supporto nella compilazione delle domande e nella verifica dei requisiti.
L’estensione del bonus alle lavoratrici autonome rappresenta un passo importante verso l’inclusività e la parità di trattamento tra diverse categorie lavorative. Le partite IVA, spesso considerate più svantaggiate rispetto ai lavoratori dipendenti in termini di accesso ai benefici sociali, potranno finalmente godere di un supporto concreto nel loro percorso di maternità. Questo potrebbe non solo incentivare la natalità, ma anche sostenere l’imprenditorialità femminile, incoraggiando le donne a non rinunciare ai propri sogni professionali.