Bobby Solo festeggia quest’anno i suoi 60 anni di carriera, dopo un percorso artistico colmo di successi e di soddisfazioni. Si tratta – d’altronde – di uno degli artisti più amati del panorama musicale italiano che, ancora oggi, rappresenta un vero punto di riferimento per la sfera artistica nazionale. Ispirandosi alla musica di Elvis Presley, Bobby ha sempre fatto breccia nei cuori degli italiani restando soprattutto nei loro ricordi giovanili. Il cantante ha di recente pubblicato il suo nuovo singolo Cha Cha Cha D’Amour, la cover del celebre brano di Dean Martin e che ha realizzato insieme al cantautore argentino Maxi Trusso.
Quest’anno festeggerai i tuoi 60 anni di carriera, che ti hanno portato grandissimi successi. Ma com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che quella sarebbe stata la tua strada?
E’ senz’altro un ricordo molto lontano. Quando avevo 14 anni mi innamorai di una ragazzina, che era figlia di un giornalista americano. Si chiamava Betsy ed era una bella biondina con la coda di cavallo color platino. Il nostro è stato un amore platonico, e lei mi parlava spesso di Elvis Presley. Io non lo conoscevo e non sapevo nulla di lui. Così chiesi alla mia sorellastra – che ha 15 anni più di me e che viveva in America – qualche informazione in più su questo cantante americano. Lei mi raccontò qualcosa di lui e mi mandò un 45 giri che io ascoltai con molto piacere. Per fare colpo su Betsy, chiesi quindi a mia madre una chitarra economica e iniziai a suonarla. Qualche tempo dopo, iniziai a frequentare delle lezioni private di greco e latino da un professore genovese che viveva a Milano. Io non volevo studiare quelle materie, volevo solo fare il cantante. Mi disse quindi che conosceva il fratello del noto produttore Andrea Lo Vecchio e me lo fece incontrare. Mi recai da lui e inizia in primis a parlare con una segretaria: a quel punto, vidi una chitarra e mi misi accanto alla porta su cui c’era la scritta “Direttore artistico“. Iniziai così a cantare un pezzo di Elvis e, ad un certo punto, uscì proprio il direttore artistico che era un personaggio molto celebre nel panorama musicale italiana (aveva infatti scoperto De Gregori, Rino Gaetano, Lucio Dalla, Riccardo Cocciante…). Chiese chi stesse cantando e, quando si accorse di me, mi propose subito un contratto. Da lì è iniziato tutto.
Hai pubblicato il nuovo remake del singolo Cha Cha Cha D’Amour che fu interpretato dal grande Dean Martin. Dove nasce l’idea di reinterpretare questo celebre brano? Cosa ha rappresentato Dean Martin per te?
Il mio amico produttore Claudio Donato mi ha chiamato e mi ha riferito che c’era un giovane ragazzo molto famoso, che aveva piacere di fare un duetto. Si trattava del cantautore argentino Maxi Trusso. Adesso esiste spesso questo rapporto tra un personaggio del passato e uno del presente, che collaborano e che realizzano duetti. Gli ho detto che mi avrebbe fatto piacere, e abbiamo scelto Cha Cha Cha D’Amour perché è un brano che ho sempre ascoltato con grande piacere.
Il protagonista del singolo è senz’altro l’amore, e per questo avete deciso di farlo uscire in occasione di San Valentino. Cosa rappresenta per te l’amore?
L’amore è una sensazione che va al di là della logica; è una cosa che proviene dall’istinto e dall’ispirazione. E’ una cosa bellissima: senza amore ci sarebbe solamente una vita arida e priva di emozioni. L’amore può portare anche delusioni e abbandoni, ma questo fa parte del gioco. La vita è una cosa molto sottile, che può cascare da un momento all’altro, e sottile è anche l’amore. Senza di esso, la vita diventa solo una vita fredda e molto brutta.
Cosa consiglieresti ai giovani che intendono intraprendere la strada della musica per la prima volta?
In tutta la mia vita non ho mai ascoltato i consigli di nessuno, per una mia convinzione personale: io penso che, se seguo il mio istinto e sbaglio, me la prendo con me stesso anziché con gli altri. Ho quindi sempre preferito decidere io tutto ma, se un giovane avesse piacere a chiedermi un consiglio, gli potrei dire che di questi tempi il lavoro è molto complicato. I tempi sono cambiati, e occorre sempre avere un’alternativa. Morandi diceva “Uno su mille ce la fa” ed è vero: non è facile raggiungere il successo. In passato, quando si firmava con la casa discografica il proprio pezzo finiva subito nelle radio. Adesso non è più così: con i pc, i satelliti, spotify, google la competizione è tanta. Consiglierei quindi un paracadute di sicurezza, un lavoro che gli permetta di vivere.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Avendo come Santa Protettrice Mara Venier, ho molte richieste di lavoro e spero di avere sempre la forza per continuare. Ho scoperto di avere un pubblico che va dai 25 ai 50 anni, soprattutto grazie al tributo di Johnny Cash e di Elvis Presley. Io e il mio amico Little Tony siamo sempre stati ammiratori di Elvis ma, ora che Tony non c’è più, l’unico avamposto che segue la cultura musicale di Elvis sono rimasto io. Dopo 60 anni di carriera, ho sicuramente un po’ di esperienza a riguardo.