MUSICA

Barreca torna con un nuovo album: “E’ un viaggio senza meta” | Il cantante si racconta

Barreca torna sulla scena musicale con l’album Eppure Adesso Suono, un progetto che rappresenta in pieno tutta la sua essenza musicale e personale. Il disco racchiude due diverse anime che sono apparentemente distanti: la prima ha un carattere etnico e con sonorità mediterranee, mentre la seconda ha tratti più sofisticati. Il risultato? Un unione di suoni che comunicano a pieno riflessioni intime e personali. Il cantante – per la creazione dell’album – ha collaborato con numerosi e noti musicisti tra cui Mauro Ermanno Giovanardi.


Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?

L’ho scoperto quando ho capito che è sempre stata la mia ancora di salvezza; l’ho scoperto ascoltando le canzoni che mi facevano sognare e che mi facevano sentire nel modo migliore. La musica mi ha sempre reso invincibile. Quando ero nella mia stanza e suonavo, si creava una sorta di bolla e io riuscivo a portare tutto questo attraverso le note. Mi proteggeva dal mio essere timido e impacciato: la musica è un mondo meraviglioso.

Parliamo del tuo nuovo album Eppure adesso suono: dove nasce l’idea per questo progetto?

Questo disco è stata una prosecuzione naturale del primo album, e avevamo anche stavolta l’urgenza di comunicare qualcosa. Dopo aver fatto pace con le mie fragilità, è stato meraviglioso aprirsi e osservare gli altri. Lo sguardo è stato ancora più curioso: come une finestra spalancata sul mondo, ho ascoltato per la prima volta gli altri, ho osservato me stesso e anche le storie di attualità.

Questo tuo lavoro comprende due diverse anime (una ha carattere etnico, l’altra ha tratti più sofisticati), che apparentemente possono sembrare distanti. Cosa le accomuna?

Secondo me, le accomuna il fatto che nella musica non esistono linee e confini; sono solo invenzioni. Abbiamo messo in musica questo concetto in ‘Mercurio‘: in questo brano, ci sono riflessioni politico sociali sul tema dell’immigrazione. Il disco è un viaggio itinerante senza nessuna meta: si parte dall’Africa, si va in Spagna per poi arrivare ai Balcani, alla chitarra elettrica anglosassone e infine al valzer francese. La musica può generare etichette, ma andare oltre è la chiave di tutto. Uno sguardo più curioso non teme invece di esplorare: la libertà musicale e la consapevolezza del primo album si sono radicalizzate di più con questo disco. Il tutto è stato riprodotto da bravissimi musicisti: è stato un lavoro faticoso, ma che si è poi trasformato in un grande risultato.

Hai collaborato con Mauro Ermanno Giovanardi: com’è nato il vostro incontro e cosa ti ha insegnato lui professionalmente parlando?

Devo ancora realizzare: sono stato un grande fan del suo gruppo e anche di Mauro. Per me è una delle voci più belle che ci siano in Italia. L’ho ospitato durante la tappa conclusiva del nostro tour in teatro; ha quindi avuto l’umiltà di condividere il palco con me. E’ così nata un’amicizia autentica; ci accomuna anche la passione per lo sport. Abbiamo terminato la registrazione di questo album vicino casa sua: lui è infatti venuto a trovarci e abbiamo dunque pensato di coinvolgerlo in cameo. Mauro ha subito accettato e questo mi ha fatto felice.

Com’è nato invece il tuo approccio a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?

Sono sempre rimasto affascinato dalle parole e dai testi. Sono passato da una fase di ribellione (durante la quale ascoltavo la musica indie italiana) a una passione per il canto e per la canzone di autore. Ho ascoltato soprattutto Tenco, Giorgio Gaber, Jannacci, De Andrè. I loro brani li porto anche dal vivo, e non mi stancherò mai di reinterpretare la loro musica.

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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Suonare. Partirà un tour promozionale, e ci saranno quindi delle date. La parte della produzione si fermerà un po’, dato che abbiamo già detto tante cose. Vorremmo quindi far girare questo album in tutta Italia: partiremo dalla Calabria e andremo anche in altre zone. L’obiettivo è quello di fare un giro autunnale di tutti i club d’Italia. Non vedo l’ora.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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Stefania Meneghella