Durante il periodo della prima pandemia, numerosi artisti (compositori, musicisti e interpreti provenienti da tutta Italia) si sono incontrati virtualmente e hanno dato vita agli Autori Associati. Un collettivo, il loro, nato da un’idea di Filippo Minoia e che ha coinvolto numerosi altri colleghi. E’ in uscita il primo brano di questo progetto: Ruggine&Borotalco rappresenta il biglietto da visita del collettivo. Il gruppo è attualmente composto da Elio Aldrighetti (autore e compositore), Marina Del Monte (autrice e docente di comunicazione), Alberto Flavio Fulgoni (autore, compositore e produttore), Filippo Minoia (cantautore, musicista, arrangiatore e produttore artistico), Cosimo Musciacchio (musicista e compositore), Paride Nicastro (cantautore e autore), Massimo Pellegrini (musicista e compositore), Shasa Rizzi (cantante, autrice e attrice) e Luca Viviani (autore). Abbiamo incontrato Shasa Rizzi, che ci ha risposto ad alcune curiosità.
Com’è nato il vostro incontro e quando avete capito che avreste potuto lavorare insieme?
Naturalmente è stato un incontro un po’ forzato dagli eventi esterni, dato che è nato durante il lockdown. Eravamo in questa situazione che ci stava turbando e creando una situazione di disagio. Come si può capire, come musicisti ci sentivamo limitati nella nostra espressività. Ci siamo così incontrati virtualmente su una stanza virtuale, che è stata creata da Filippo Minoia e da lì – essendo tutti parte dello stesso contesto e avendo la stessa finalità, ovvero riprendere a far viaggiare la musica – ci siamo incontrati nonostante fossimo dislocati su tutta la penisola. E’ stato bello riunirci virtualmente.
Parliamo del vostro nuovo singolo Ruggine&Borotalco: dove nasce l’idea per questo brano?
Il brano nasce dal disagio di noi Autori Associati nei confronti degli stereotipi della musica attuale. C’è questa conformazione, questa linea un po’ piatta che sta seguendo il corso musicale negli ultimi anni. Si dà molta più importanza al personaggio che al contenuto. Gli autori hanno così avuto questa idea di ironizzare, di lanciare questo messaggio utilizzando un linguaggio molto articolato e divertente, con un profondo messaggio che vuole rilanciare l’idea di svestirsi di tutti questi luoghi comuni prendendo in giro le figure che vediamo pubblicamente. Vogliamo dire che la musica è la cosa più importante come quello che si esprime e che si comunica. L’idea di partenza è ironizzare su quello che c’è adesso per dare una motivazione più profonda. La musica deve arrivare al cuore di tutti.
Il titolo attira sicuramente molto l’attenzione: cosa rappresentano per voi la ruggine e il borotalco? Qual è il perché di questo nome?
La ruggine è questo incancrenirsi di quello che è la musica, che rischia di diventare vecchia. Bisogna cercare nuovi linguaggi e bisogna arrivare alle nuove generazioni, altrimenti si rischia di fossilizzarsi. Anche una cosa luminosa come la musica potrebbe infatti con il tempo arrugginirsi, se non ha la voglia di scardinare questa ruggine. Borotalco è invece l’essenza, una cosa volatile che crea sollievo, profumo, benessere. Tutte sensazioni che che la musica deve dare.
Il vostro motto è “il gruppo rappresenta più della somma dei singoli”. Quanto è importante il lavoro di squadra nella musica? Cosa c’è dietro ogni canzone?
Per noi rappresenta tantissimo, e siamo sicuramente in contrasto con le abitudini attuali. C’è molta preponderanza dell’ego, ma questo perde un po’ di vista quelle che sono le fasi di lavorazione e le persone che lavorano dietro un format. Ci siamo un po’ spersonalizzati: abbiamo fatto un passo di lato per riuscire a valorizzare le personalità di ognuno di noi, per unirsi e dare ancora più forza al messaggio che vogliamo far arrivare. E’ un bagno di umiltà che serve, dato che si ha spesso l’idea di andare avanti con le proprie idee. Questo ci stimola ad aprirci anche a nuovi linguaggi. Ognuno viene da esperienze diverse e da stili diversi: è bella la contaminazione, e non è una cosa semplice. Come in tutte le collaborazioni, si arriva al punto anche dopo aver discusso.
Come sta procedendo la promozione del brano? Qual è la reazione del pubblico?
Siamo molto contenti perché sta riscuotendo consensi. Siamo presenti su tutte le piattaforme digitali, e i riscontri sono positivi. Viaggiamo a vista con la consapevolezza che sarà un lavoro lungo: quello della promozione di singoli (che funziona come bigliettino di visita per le nostre capacità espressive) e quello di scrivere canzoni per altri interpreti e personaggi. Questo ci gratifica quando riusciamo a fare di questi manifesti l’espressione della nostra capacità musicale e ad avere un riscontro dagli addetti ai lavori. Siamo inoltre un collettivo aperto a nuovi ingressi: ci saranno altri autori e interpreti.
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Quali sono i vostri futuri progetti? Potete anticiparci qualcosa?
Siamo in continuo stato creativo, abbiamo già una serie di idee che stiamo concretizzando. Abbiamo un catalogo di inediti che andranno sottoposti a chiunque ne sia bisognoso. Periodicamente siamo proiettati all’uscita di pezzi auto-prodotti che saranno sempre il nostro lasciapassare per diffondere il nostro messaggio, ossia l’idea che la musica è veramente fonte di mille ispirazioni. Ci sono tanti generi, tanti stili diversi ma che si possono affrontare ognuno con la qualità del marchio Autori Associati.