Aurora D’Amico ci presenta Feelings, il suo nuovo brano tratto da un periodo confuso e particolare della sua vita. Il singolo – attualmente in rotazione radiofonica e disponibile digitale – è estratto dal nuovo album in uscita il prossimo autunno a cui hanno collaborato professionisti nazionali e internazionali. Con alle spalle numerose esperienze musicali in Italia e all’estero, la cantautrice ci ha raccontato un po’ più di sé e dei suoi futuri progetti.
Com’è nato il tuo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
La musica è sempre stata presente nella mia vita, sono cresciuta con mio padre che suonava la chitarra e mia madre che suonava il pianoforte. La mia è una famiglia molto musicale e aperta alla musica straniera. E’ sempre stato un gioco fin quando, all’età di 18 anni, mi sono iscritta al Conservatorio di Palermo e ho iniziato a capire che la mia strada sarebbe stata appunto la musica.
Parliamo del tuo nuovo brano Feelings: dove nasce l’idea per questo progetto?
Nasce da una mia esigenza personale di attraversare – grazie alla musica- quello che ho vissuto durante gli anni della pandemia. Mi è stato infatti annullato un tour in America e, da allora, tutto quello che è successo dopo è stato sconvolgente. Mi sono allontanata dalla musica e mi sono concentrata molto su me stessa, e questo periodo si è riversato anche sulle mie canzoni. Il brano rappresenta il modo in cui ho attraversato la mia confusione emotiva.
La canzone parla soprattutto di apatia che porta spesso a non provare emozioni: cosa ti emoziona più di tutto? Secondo te, qual è il segreto per sconfiggere l’apatia di cui parli?
Una cosa che ho imparato tantissimo è che siamo una generazione sovraesposta e stimolata dall’esterno, e questo ci fa credere che abbiamo sempre bisogno di qualcosa. Ho scoperto che anche il silenzio e la ricerca interiore può farsi spazio nella mente e nelle emozioni. Questo può quindi aiutarci veramente tanto a superare delle fasi, e a creare qualcosa da fare.
Il tuo è uno stile musicale molto originale, ma come ti sei approcciata a questo genere? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Ci sono tantissimi artisti da cui mi sono ispirata e che sono dei colossi come Bruce Springsteen e Carole King. Loro mi hanno aiutato a fare sempre meglio. Non posso inoltre ignorare tantissimi altri autori attuali, che mi fanno venire la curiosità di mettermi in gioco e provare cose diverse.
Hai avuto numerose esperienze all’estero. Hai riscontrato delle differenze tra il panorama musicale internazionale e quello italiano?
Tutte queste esperienze mi hanno sicuramente formato dal punto di vista musicale: la musica supera le barriere della lingua e può arrivare al cuore delle persone. All’estero c’è sicuramente molta apertura alla differenza dei generi; in Italia ci focalizziamo invece su una tipologia. Lì c’è una costante presenza di varierà, e la musica è sempre molto varia e colorata: questo purtroppo non c’è in Italia.
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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Sto lavorando ad un nuovo album qui in Inghilterra. L’uscita sarà imminente e successivamente spero di poter tornare a suonare in giro in Italia e anche all’estero.