Antonio Milo è entrato nuovamente nelle nostre case grazie alla fiction Resta con Me, la cui prima puntata è stata trasmessa il 19 febbraio su Rai 1. L’attore ci ha incontrati, parlandoci del suo personaggio Salvatore Ciullo e dei suoi futuri progetti teatrali che includono anche uno spin-off de Il Commissario Ricciardi (la celebre serie tv che l’ha visto tra i protagonisti e che è tratta dal romanzo di Maurizio De Giovanni).
Com’è nato il tuo primo approccio alla recitazione? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
Il mio primo approccio al palcoscenico è stato per gioco in una recita scolastica, quando ho portato in scena lo spettacolo natalizio della scuola. Quell’esperienza mi ha aperto una porta, e in qualche modo percepivo che quell’habitat mi era familiare. Da lì ho iniziato a frequentare il teatro da spettatore, con compagnie amatoriali; mi sono iscritto ad un’Accademia di Recitazione di Napoli e ho deciso poi di andare a Roma per cercare di fare dei provini.
Ti stiamo vedendo in tv con la fiction Resta con Me: in questa prima puntata com’è stata la reazione del pubblico e quali erano le vostre aspettative?
Ogni nuovo progetto è come un salto nel buio: non si sa mai come il pubblico possa reagire. Gli ascolti sono stati buoni e ha reagito molto bene. La risposta della prima puntata è stata ottima: adesso vediamo di mantenere questo risultato.
Nella serie interpreti il personaggio di Salvatore Ciullo. Quanto c’è di te in lui e cosa ti ha lasciato più di tutto questo ruolo?
Di lui c’è poco. E’ uno che si presenta con un atteggiamento respingente anche se alla fine accoglie gli altri. In questo senso di accoglienza ci assomigliamo, ma meno per l’aspetto respingente del personaggio di Salvatore. È uno che si fida poco, forse perché è stato scottato. Ha questo atteggiamento sospettoso: io nella vita invece tendo a fidarmi.
Ti abbiamo apprezzato anche nella fiction Il Commissario Ricciardi: com’è stato prendere parte a questo importante progetto?
L’approccio con il progetto è stato per me un regalo; ero già un lettore di Maurizio De Giovanni. Quando leggevo, mi immaginavo i personaggi. Essere chiamato a fare uno dei persoanggi più amati, è stato motivo di gioia. Quando sono stato sul set e ho incontrato personaggi che avevo letto, è stato surreale. Io e Lino ci siamo trovati subito molto bene, ed è nata anche un’amicizia al di fuori del set.
Dove nasce invece l’idea di creare lo spettacolo Mettici la mano, lo spin off teatrale de Il Commissario Ricciardi?
L’idea nasce da me e da Adriano Falivene: sulla scena ci siamo trovati molto bene e c’era un bell’affiatamento. Quando abbiamo incontrato Maurizio De Giovanni, gli abbiamo chiesto di scrivere qualcosa per noi per il teatro. Mi piaceva l’idea di ritornare a fare il teatro, e lui ha subito rilanciato l’idea del Bambinella. È stata un’idea geniale, ed è stato per me stimolante e curioso. Il pubblico ha avuto una reazione straordinaria e abbiamo anche fatto sould out a molte date: la gente si congratula spesso con noi e questo ci riempie di gioia.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Usciranno queste due serie e diversi spettacoli teatrali. Ci saranno inoltre altri progetti di cui non posso però parlare.