Antonio Langone torna sulla scena musicale italiana con il brano Trasloco anima: un singolo, questo, che racconta la necessità di “uscire fuori di casa per poterla vivere“. L’artista ce ne ha parlato in questa intervista.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
C’è sempre stata la musica nella mia vita. A 6 anni ho iniziato a suonare la tromba, a 11 anni frequentavo il conservatorio e dall’adolescenza in poi ho iniziato con la chitarra, il pianoforte e le parole. Non so dire se effettivamente già lo è o se sarà la mia strada; sono un tipo che ama più l’indefinito che qualcosa di segnato, ma volendo trovare un compromesso posso dire che al momento la musica è un sentiero che mi fa bene percorrere.
Parliamo del tuo nuovo singolo Trasloco anima: dove nasce l’idea per questo brano?
Era un periodo in cui si viveva molto in casa, in cui il mio corpo era abituato a percorrere sempre gli stessi passi e a calpestare sempre le stesse mattonelle. In quei giorni leggevo “Il vagabondo delle stelle” di Jack London. Leggere quel libro in quel particolare momento ha suscitato in me l’assoluta necessità di evadere e cercare l’ “altrove”. Seguendo i consigli di London ho imparato a concepire il mio corpo come un contenitore, come casa e a capire che, a volte, le case vanno lasciate per poterle vivere.
Nella tua canzone si parla di quanto sia importante trasferirsi nell’anima, e lì restare. Quale pensi che sia il modo migliore per raggiungere questo posto fatto solo di cose belle e di pace?
In realtà nella canzone si raggiunge la consapevolezza della distinzione e divisione tra corpo e anima. Noi non dobbiamo raggiungere l’anima, noi siamo anima, ospitati in corpi che sono rappresentazione materiale del nostro esistere. E noi dobbiamo esistere, vivendo la luce e accettando il buio della nostra anima che altro non è se non il risultato delle nostre esperienze e delle nostre esistenze. Mi piace pensare all’anima come ad una lunghissima linea del tempo e al corpo come ad una breve testimonianza a segnare le diverse epoche. Noi siamo il risultato di questa lunghissima storia.
Come ti sei approcciato a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Sicuramente l’ascolto dei vinili di mio padre di Battisti, De Andrè e di tutta la prima generazione di cantautori hanno contribuito a sviluppare in me un naturale affetto per la canzone d’autore. Poi negli anni ho spaziato tra diversi generi, mi sono approcciato a diversi stili di scrittura per cercare sempre nuovi stimoli. Non so quali possano essere i miei maestri; mi piace tanto ascoltare Damien Rice, Niccolò Fabi o anche Piero Ciampi. Spesso, durante questi ascolti, riesco a ricongiungermi con la mia emotività.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Trasloco anima è il primo passo di questo nuovo progetto discografico, progetto che sarà svelato nei prossimi mesi. Poi per il futuro remoto si ha l’intenzione di dar voce a nuove canzoni, ma viviamo giorno per giorno.