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La parola è una luce che vola via, per ritornare nella voce di chi ci è sempre stato. La parola è come una piuma che carezza il volto per sussurrare al vento che anche lei esiste. La parola è musica, e la musica è vita.
Siamo onorate, e anche emozionate, di presentarvi oggi una delle voci più belle della musica Italiana, una delle voci che ha fatto la storia e che è nella storia. Quella di Antonella Ruggiero, cantautrice divenuta celebre per aver fondato il gruppo musicale dei Matia Bazar.
Limpida e dolce allo stesso momento, la sua musica è scia che resta, brividi che scorrono, pelli che tremano, emozioni che sussurrano all’aria, vita che rinasce. Ascoltarla è come restare sospesi su una nuvola e sognare di volare, perché cadere sarebbe troppo riduttivo per chi prova la sensazione di sentirsi libera davvero.
Antonella negli anni ha mostrato la sua curiosità sperimentando diverse forme sonore e artistiche. Dopo il percorso con i Matia Bazar, terminato nel 1989, ha spaziato dalla musica sacra a quella elettronica, dal jazz al pop, passando per la musica ebraica, portoghese e orientale.
(PER LEGGERE L’INTERA BIOGRAFIA DI ANTONELLA RUGGIERO CLICCARE QUI)
D: Come nasce la passione per il canto? Come descriverebbe ciò che da sempre l’ha legata alla musica?
R: Ho amato la musica sin da bambina anche perché i miei genitori l’hanno sempre ascoltata e me l’hanno fatta ascoltare; quando vi è un clima artistico questo resta per il futuro. E’ importante che questo accada anche per le giovani generazioni.
D: Il suo debutto musicale inizia con il mitico gruppo dei Matia Bazar. Cosa ricorda di quegli anni?
R: Sono stati quattordici anni di intenso lavoro e di viaggi. E’ stato particolarmente interessante per me che amo da sempre viaggiare e scoprire nuove culture e tradizioni.
D: E’ stato difficile inizialmente confrontarsi in un palco come solista?
R: No, l’esperienza è uguale a quella fatta con il gruppo; ho sempre intorno a me musicisti di grande bravura, non si è mai soli sul palco poi sono estremamente a mio agio.
D: Ha avuto modo durante la sua lunga carriera di sperimentare molti generi musicali. C’è uno di questi al quale si sente più affine? Perché?
R: Quando scelgo un repertorio lo faccio perché mi piace il percorso, il genere, o i testi (come nella canzone popolare), che sono testimonianze di vita sempre preziose.
D: A quale dei Sanremo ai quali ha partecipato è più affezionata? Le piacerebbe calcare nuovamente il palco dell’Ariston?
R: Ogni volta è un’esperienza a sé; non ci sono quelli più importanti di altri. Ricordo la stretta di mano con Gorbaciov e allo stesso tempo con un grande personaggio della scienza, Dulbecco, che si trovava lì per una raccolta fondi; questo è il bello di Sanremo: gli incontri anche al di fuori della musica.
D: Quali sono gli elementi che sin da giovane hanno formato quella che è la sua idea musicale?
R: Sin da piccola ascoltavo musica molto diversa, ma sempre con bravura e contenuti da parte di chi la fa; la bellezza e la sincerità sono elementi fondamentali all’interno di un progetto, qualcosa che non sia mirato solo al business.
D: Ha avuto modo di confrontarsi con la musica sacrale, con la musica ebraica ma anche con il classico repertorio italiano passando anche ai repertori di tango. C’è un mondo musicale che le piacerebbe affrontare in futuro?
R: L’ultimo progetto è un mondo che mi appartiene e si intitola “La vita imprevedibile delle canzoni”: è un rifacimento in chiave classica di alcune canzoni che sono state realizzate a livello di arrangiamento in maniera speciale, vestendo le canzoni di un altro abito sonoro. Insieme a me vi è Andrea Bacchetti, un bravissimo pianista classico che ha suonato questi quindici brani con gli arrangiamenti di Stefano Barzan, in maniera speciale ed unica. Le canzoni cambiano di intenzione e musicalità. Sono esperienze che mi stupiscono soprattutto per la loro creatività; a questo progetto se ne aggiungeranno poi altri.
D: Come nasce la collaborazione con Andrea Bracchetti e Stefano Barzan per il suo ultimo progetto “La vita imprevedibile delle canzoni”?
R: La collaborazione nasce da una profonda stima; già lo conoscevo ma ci siamo ritrovati essendo anche della stessa città, Genova. E’ stato un piacere lavorare insieme.
D: Quali sono i suoi futuri progetti?
R: Ce ne sono molti legati alla musica popolare, antica, magari qualcosa di elettronico che seguo da sempre; al momento sono molto concentrata sull’uscita del nuovo album.
Ringraziamo Antonella Ruggiero per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandole di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.
Recensione a cura di Stefania Meneghella
Intervista realizzata da Manuela Ratti
Pubblicazione a cura di Roberta Giancaspro