Alessio Mayor torna sulla scena musicale con il nuovo singolo Quell’abbraccio: un brano, questo, che racconta appunto la bellezza di un abbraccio e la sua magia nel ricordare i momenti vissuti. Un legame che si rafforza e il passato che diventa presente. Il cantante ce ne ha parlato in questa intervista.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
Il mio primo e vero approccio alla musica nasce a 13 anni, quando ho scritto la mia prima canzone. L’ho scritta per sfogo, in un momento di inquietudine e nella fase iniziale dell’adolescenza. Da lì, ho iniziato a scriverne altre e mi sono reso conto che, ogni volta che finivo una canzone, mi sentivo bene. Nel dicembre 2021 ho capito che sarei stato pronto per pubblicare il mio primo brano. Non so se è o sarà la mia strada: vivo tutto come una passione senza strade da seguire e questo mi consente di divertirmi e di vivere tutto con leggerezza.
Parliamo del tuo nuovo singolo Quell’abbraccio: dove nasce l’idea per questo brano?
L’idea nasce da un abbraccio vero, desiderato tantissimo, ma che per tanto tempo è stato reso impossibile dal rancore. Durante una serata in discoteca è scattato un abbraccio spontaneo, un gesto che ha posto fine a qualsiasi tipo di sentimento negativo, creando un’atmosfera in cui non c’era nulla intorno se non due persone che finalmente si abbracciavano. Il protagonista è appunto l’abbraccio catartico che contiene tutti i ricordi più belli di un legame.
Secondo te, quanto c’è in un abbraccio? Cosa rappresenta per te il gesto dell’abbraccio?
In un abbraccio c’è protezione, amore, conforto, perdono. C’è tutto ciò che può porre fine a qualsiasi sentimento negativo. Per me l’abbraccio è un gesto che non ha un fine: mi ha colpito molto la scena della serie TV “Mare fuori” in cui uno dei protagonisti abbraccia l’assassino della sua compagna. Quel gesto gli consente di perdonare: ecco, mi ha colpito come un gesto così semplice possa rappresentare un nuovo inizio, nonostante tutto ciò che di negativo possa esserci in passato.
Come ti sei approcciato a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Ho iniziato ad ascoltare da piccolo il cantautorato italiano: De André, Vinicio Capossela… ed ero un fan sfegatato delle canzoni di Fossati. Con il passare del tempo ho iniziato ad ascoltare qualsiasi genere musicale, andavo soprattutto alla ricerca di artisti che, durante la mia adolescenza, erano ancora emergenti come i Ministri, Io? Drama, Maria Antonietta. Attualmente amo l’indie italiano, da Gazzelle a Calcutta, dai Pinguini Tattici Nucleari a Mobrici.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Vorrei continuare a rilasciare dei singoli per farmi conoscere. Mi piacerebbe lanciare un brano dal sapore fresco ed estivo e, chissà, forse ce la farò.