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Lasciamo la parola a lui, con l’augurio di proseguire in questo meraviglioso percorso.
D: Come nasce la passione per la recitazione?
R: L’ho sempre avuta, sin da bambino. Mi divertivo ad imitare i cartoni animati che seguivo, mettevo in piedi le scenette che mi divertivano di più, nel salotto di casa. Ma è stata la scuola ad accendere seriamente la mia passione, in particolare la mia professoressa delle medie; ci fece preparare una commedia di Eduardo, ed io ero il protagonista.
D: Cosa ricordi della tua prima audizione?
R: Fu un’audizione per i “Cesaroni 3”, in cui dovevo improvvisare un ragazzo che fa le guide con la mamma per prendere la patente. Fu molto divertente, riuscii ad ottenere la parte, e quella è stata la mia prima esperienza su un set televisivo.
D: Fai parte della soap “Un posto al sole”. Qual è stata la prima impressione sul tuo personaggio?
R: Quando venni ingaggiato, fui catapultato nel mondo di “Un posto al sole” nell’arco di pochi giorni. Raccogliere la storia di Sandro, cosi giovane ma già cosi pieno di esperienze difficili non è stata una passeggiata ma, come con un vestito scomodo, con il tempo ho trovato la mia comodità nell’indossarlo.
D: Quali sono le difficoltà che hai affrontato o i limiti che hai dovuto superare grazie al personaggio di Sandro?
R: È un ragazzo con un’età ed un background molto diverso dal mio; le difficoltà ci sono sempre, ma per un attore è stimolante confrontarsi con un universo lontano dal proprio. Come sempre ho cercato dei punti di contatto e poi mi sono fatto trasportare dagli eventi, conoscendo sempre più affondo la sua personalità.
D: Qual è il mondo che preferisci tra teatro, cinema e televisione? Perché?
R: Sono diversi pianeti dello stesso universo, hanno tutti i loro pregi ed i loro difetti. Il teatro è casa mia, starei sempre li, c’è la possibilità di lavorare con cura sui personaggi e sui rapporti con gli altri attori, c’è un contatto diretto con il pubblico che regala sempre grandi emozioni. Ci vuole tanto sacrificio ed abnegazione e spesso la paga non corrisponde al valore del lavoro prodotto. Il cinema come la televisione ti consentono di arrivare agli occhi di molte persone, ed è un bene; i ritmi e la produzione sono molto diversi dal teatro, c’è meno tempo per confrontarsi, ma racchiudono sicuramente un fascino molto importante.
D: Qual è un ruolo che ti piacerebbe affrontare in futuro?
R: Di solito affronto sempre ruoli positivi; sarà per il mio fisico, il mio viso pulito, ma mi piacerebbe cimentarmi con l’oscurità di alcuni personaggi. E’ sempre affascinante.
D: Come si descrive Alessio Chiodini nella vita al di fuori del set?
R: Un ragazzo semplice, attaccato alla famiglia e agli amici, tranquillo, equilibrato (alle volte anche troppo), che cerca di vivere giorno per giorno senza guardare troppo aldilà dell’orizzonte.
D: Qual è il tuo sogno più grande o la tua massima aspirazione?
R: Il mio unico sogno è quello di riuscire a fare questo mestiere per tutta la vita e poter un giorno garantire stabilità ad una mia futura famiglia.
D: Quali sono i tuoi futuri progetti?
R: A teatro sarò ogni due settimane fino ad Ottobre al “Centro Studi Cappella Orsini” di Roma con lo spettacolo “Lovecraft Tales”, dove interpreto Alexander, un giovane esploratore che si imbatte durante una notte nefasta in un castello abbandonato, e ne rimane imprigionato forse per sempre.
Ringraziamo Alessio Chiodini per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.
Presentazione a cura di Stefania Meneghella
Intervista realizzata da Manuela Ratti