La bellezza è il silenzio in una sfera
Facebook: Alessio Angeletti
Il silenzio è posato a volte su candide nuvole bianche, ci guarda da lontano e sorride; altre volte, scende quaggiù e cammina al nostro fianco: ci tende la mano e ci abbraccia. Ci sono silenzi che non smetteremo mai di incontrare, ci sono silenzi che invece vorremmo allontanare. Con tutta la nostra forza, con tutto il coraggio che serbiamo nel cuore, con tutto, con tutti. Il silenzio è un luogo troppo grande per il nostro cuore, ma troppo piccolo per abitarlo completamente; è la vita dall’altra parte, è la bellezza che non vediamo, è l’amore racchiuso in una sfera, è il cielo che incontra colori dopo la pioggia.
Silenzio.
E’ proprio questo il titolo della raccolta poetica di Alessio Angeletti: “Silenzio”, un’opera che, come un dipinto, ci invita a chiudere gli occhi e tuffarci nella fantasia, nelle emozioni, nei viaggi più reconditi della nostra anima, nel modo più segreto che abbiamo di essere noi stessi. Il poeta, attraverso uno stile semplice ed immediato, riesce perfettamente a catturare gli occhi di chi legge che, prosciugati dall’emozione, seguono il filo conduttore che ci lega alle meraviglie, alle sensazioni, ai sentimenti, a ciò che sentiamo, a ciò che vediamo, a ciò che costruiamo. La raccolta è divisa in nove temi, tutti diversi ma uguali gli uni dagli altri; momenti che compongono l’animo umano e la ricerca dell’amore, a volte sinonimo di silenzio, a volte suo contrario. Le poesie di Angeletti sono come scie di luce che lasciano impronte sulle ombre dei nostri sorrisi mentre camminiamo, sono come piume che si posano delicatamente sulle nostre vite invitandoci a riflessioni attente su noi stessi, sulla vita che fugge via, sulla necessità di fermarsi un istante e guardare il mare per dimenticare i momenti di agonia. Le sue poesie lasciano il segno, ma un segno leggero e fatto di sensibilità, da cui si può scorgere l’animo del poeta e la sua continua ricerca della bellezza che costruisce il mondo, dell’ispirazione che diventa capolavoro, e di quel silenzio di cui è impregnata l’opera, e che si scorge quando negli occhi del lettore compare quel tratto di pace necessaria per chiudere gli occhi e restare inconsapevolmente, meravigliosamente senza nulla da dire… solo pensare, solo scoprirsi, solo accettarsi, restare soli con sé stessi e diventare finalmente chi si è sempre stati.
Lasciamo la parola ad Alessio Angeletti, che ci racconterà il suo silenzio, diventato anche un po’ il nostro.
D: Come nasce l’idea per la stesura di “Silenzio”?
R: In verità nello scrivere “Silenzio” non c’è stato nulla di programmato. Ho sempre scritto senza una precisa ragione o una volontà e anche in questo caso è andata così. Alla fine ho solo dovuto scegliere l’ordine e fare qualche piccolo ritocco qua e là.
D: Che ruolo ha il silenzio nella tua vita?
R: Nella mia vita il silenzio ha un duplice ruolo. A volte è un amico e altre è un nemico. A volte sono io a cercarlo e altre è lui a tenermi imprigionato senza che io possa romperlo. Forse è in questo secondo caso che sono costretto a scrivere molto di più: per allontanarlo.
D: Nel tuo libro, raccogli le poesie in nove parole chiave che rappresentano le sfaccettature dell’animo umano. In quale ti riconosci maggiormente?
R: In realtà le nove parole chiave indicano dei piccoli sotto temi e non le sfaccettature dell’animo umano. Non c’è un tema che preferisca sugli altri, per me sono più come momenti che ritornano alternandosi. Tutti quei piccoli temi sono presenti contemporaneamente nella mia vita, ma in periodi diversi ce n’è uno diverso che è in primo piano rispetto agli altri.
D: C’è un motivo particolare che ti ha indotto a scegliere la celebre frase di Pablo Neruda come introduzione dell’opera?
R: Neruda è sempre stato un poeta che ho ammirato. Ho letto la poesia che contiene quella citazione per caso e l’ho messa da parte. In un giorno qualunque ho ripreso quella citazione e ho composto una mia poesia, che è presente nella raccolta. Forse è stato in quel momento che ho capito che tutte le mie poesie non ci sarebbero state senza quel silenzio che a volte mi imprigiona, e allora ho saputo che tutte loro dovevano essere inserite in una cornice di silenzio.
D: Cosa consiglieresti a coloro che non riescono, citando le tue parole, a “fare del mare una grande scatola per i loro sogni”? Qual è il segreto per rifugiarsi sempre nel silenzio?
R: A coloro che non riescono a trovare il giusto silenzio e la vera immaginazione (cose che credo vadano sempre insieme) posso consigliare solo due cose: il mare e la solitudine. Il mare immenso e la solitudine totale.
D: Oltre al silenzio, tra le tue righe si legge un altro aspetto importante: il desiderio dell’amore. Secondo te, qual è il filo che tiene legati entrambi?
R: Credo che il silenzio sia necessario per cogliere appieno molti aspetti della vita, per non vivere con superficialità. L’amore vero è profondo, è vita ed è difficile da vivere pienamente. Per farlo bisogna appieno restare in silenzio.
D: Cosa speri di riuscire a trasmettere al lettore?
R: Un’emozione. Questa è l’unica cosa che vorrei trasmettere ad un lettore. Che sia tristezza, nostalgia, malinconia o felicità non importa. Purché sia qualcosa.
Recensione e intervista a cura di Stefania Meneghella