La musica di Al Castellana si è unita con quella di Ghemon, ed è nato così il singolo Il lungo viaggio (disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 17 giugno). Dopo un lungo sodalizio professionale, i due ritornano sulla scena musicale con questo nuovo brano che è un inno al soul italiano e anche all’incontro con uno dei colleghi a lui più affini. Ce ne ha parlato Al Castellana, raccontandoci anche tutti i suoi progetti tra presente e futuro.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?
Con un fratello chitarrista e fonico nel suo studio di registrazione, ho respirato musica fin da bambino. Lui si è accorto di una mia predisposizione al canto e ha contribuito alla mia crescita musicale; in seguito ho avuto la possibilità di diventare il cantante solista di una band della mia zona, formata da ottimi musicisti con cui ho inciso il mio primo singolo, direi che quasi senza accorgermene, ero già in pista da allora.. senza obiettivi o target da raggiungere, ma il mio viaggio era iniziato.
Parliamo del tuo nuovo singolo ‘Il lungo viaggio’: come nasce l’idea per questo brano?
L’idea parte tre anni addietro; prima che iniziasse la pandemia sarebbero stati i 30 anni dalla mia prima uscita discografica, bisognava festeggiare e celebrare questo traguardo, fra soddisfazioni e difficoltà. Il viaggio nella musica e con la musica mi aveva portato a questo traguardo. Ho iniziato a scrivere un brano che mi riportasse alle atmosfere e alle emozioni dei miei primi ascolti musicali di oltre 30 anni fa, un brano che riassumesse la mia idea precisa della musica che amo, insomma “Groovy and Soul“. Quando abbiamo ripreso il discorso in una situazione meno preoccupante, assieme al mio socio e amico Daniele “Speed” Dibiaggio, abbiamo realizzato il brano.
Per la realizzazione del pezzo, hai collaborato con Ghemon. Com’è nato il vostro incontro e cosa ti ha insegnato lui professionalmente parlando?
Conosco Ghemon da oltre 15 anni e credo di essere stato uno dei suoi primi estimatori, ho collaborato con lui in altre occasioni e in parte credo di essere stato importante per la sua crescita da cantante. Siamo legati da una sincera amicizia e da una reciproca stima professionale; vorrei avere la sua cifra stilistica nei testi, sostanzialmente Gianluca mi ha fatto capire che la più bella melodia del mondo con un testo non all’altezza può vanificare la riuscita di una bella canzone.
Il tuo è uno stile molto originale: come ti sei avvicinato a questo genere? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Sono cresciuto ascoltando musica Soul e Funk, mio fratello era un’estimatore del genere e, quasi senza accorgermi, questa musica mi è entrata nel cuore e nell’anima. A casa mia si ascoltavano gruppi leggendari tipo Earth Wind & Fire, T0wer of Power, Stevie Wonder, Marvin Gaye etc. Da li è iniziato l’innamoramento senza fine per la Black Music.
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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Continuerò questo lungo viaggio facendomi accompagnare dagli amici di sempre e dagli artisti che stimo, tradotto significa che altri singoli arriveranno e alla fine del viaggio faremo un album celebrativo del tutto. Oltre 30 anni di musica vanno celebrati come si deve.
Intervista a cura di Stefania Meneghella