Addio a Gaetano Renda, sostenitore del cinema e della cultura torinese

Ho avuto il privilegio di conoscere Gaetano Renda, una figura di spicco del panorama cinematografico torinese, durante il periodo di grande fermento dei Punti Verdi a Torino negli anni Settanta. Grazie all’iniziativa dell’assessore Giorgio Balmas, il cinema si spostò nelle piazze della città, e Gaetano, in qualità di direttore di sala, si dedicò con passione alla programmazione. La sua personalità si distingueva per l’ironia e la vivacità, qualità che lo hanno accompagnato anche dopo quell’esperienza, quando decise di diventare un esercente. Il suo primo cinema, il Cinem Po, situato nell’omonima via, fu ribattezzato King Kong per ironizzare sulle sue dimensioni contenute.

Prima di intraprendere questa avventura, Gaetano aveva già rilevato una sala di periferia, al confine con Moncalieri, che battezzò Cabiria. Successivamente, gestì altri cinema, tra cui lo Smeraldo, il Giardino (che in seguito divenne il multisala Due Giardini), l’Arizona (trasformato in Fratelli Marx) e infine il Centrale. Non si limitò alla gestione delle sale, ma ricoprì anche ruoli significativi a livello locale, come consigliere d’amministrazione del Museo del Cinema, e a livello nazionale, collaborando con associazioni di categoria e all’Istituto Luce. La sua carriera, purtroppo interrotta da una malattia, ha lasciato un segno indelebile nel settore.

Il contributo di Gaetano Renda al cinema torinese

La vita di Gaetano Renda non si è limitata alla gestione di sale cinematografiche. Egli ha avuto un impatto significativo sulla cultura cinematografica di Torino. La sua capacità di innovare e di adattarsi ai cambiamenti del panorama cinematografico ha contribuito a creare un legame profondo tra il pubblico e il cinema. Gaetano era un pioniere nel distribuire film e nel promuovere nuovi autori, creando un circuito cinematografico che ha saputo attrarre un pubblico sempre più vasto.

Uno degli aspetti più affascinanti della sua carriera è il modo in cui ha saputo comunicare con gli spettatori. Durante le proiezioni estive a Palazzo Reale, era solito coinvolgere il pubblico chiedendo quali film avrebbero voluto vedere nei giorni successivi. Un esempio emblematico è stato quando propose Casablanca 2, un seguito inesistente del celebre film con Humphrey Bogart, ascoltando attentamente le reazioni del pubblico. Questo approccio non convenzionale dimostrava la sua volontà di interagire e di rendere il cinema un’esperienza condivisa.

La sua autenticità e il suo modo diretto di esprimersi lo hanno reso una figura amata e rispettata. Non si tirava mai indietro nel riconoscere i propri errori e non aveva paura di esprimere le proprie opinioni. La sua visione era chiara: non voleva che andasse perduto il patrimonio culturale che lui e i suoi colleghi avevano costruito con tanto impegno. Gaetano Renda ha rappresentato un nuovo modo di vivere la cultura cinematografica, unendo le persone e creando spazi di condivisione.

Un riconoscimento meritato

L’ultima Mostra del Cinema di Venezia, svoltasi nel 2024, ha visto Gaetano Renda ricevere un importante riconoscimento intitolato a Carlo Lizzani. Quando ha appreso della premiazione, ha espresso il desiderio che questo premio non fosse visto come un tributo al passato, ma piuttosto come un segno di speranza per il futuro del cinema. La sua visione per il cinema a Torino era chiara e ambiziosa, e il suo desiderio era quello di garantire che il settore continuasse a prosperare.

Il suo spirito innovativo e la sua passione per il cinema hanno ispirato molti, e il suo lascito vivrà attraverso le generazioni future di cineasti e appassionati. La comunità cinematografica di Torino si unisce nel ricordare Gaetano Renda, un uomo che ha saputo trasformare il panorama culturale della città e che continuerà a essere un esempio di dedizione e creatività.

Published by
Maria Marisi